R-esistenze. Culture etiche ed artistiche differenti, nasceva nel 2021 in un contesto storico e culturale drammatico: la dittatura del corona virus ci imponeva il coprifuoco, la distanza dall’altro, mentre nella solitudine delle nostre case e dei dispositivi digitali assistevamo al monologo unilaterale dei mass media, al disorientamento, alla paura e alle schermaglie di “esperti”, più o meno credibili, protagonisti indiscussi nei talk show televisivi e sui social.
Il nostro piccolo contributo voleva creare un’occasione e divenire strumento di ri-socializzazione e confronto, sul piano della creatività artistica e della riflessione etica e culturale.
Oggi, a distanza di tre anni, c’è un altro tragico scenario, segnato da guerre, vicine e lontane che colpiscono innanzitutto le popolazioni civili. Ogni giorno assistiamo allo sterminio sistematico di innocenti, a repressioni dei diritti umani, a libertà individuali calpestate, a orrori perpetuati in nome di parole d’ordine che credevamo sepolte con il peggio del secolo breve, come è stato chiamato il Novecento.
R-esistenze è nato per unire; le differenze per noi sono motivo di curiosità e mai di divisione.
Vogliamo leggere il mondo che ci circonda in termini di relazioni, di cooperazione, e non di conflitto e competizione, accettando la pluralità dei punti di vista.
L’arte e la cultura sono le prime manifestazioni dell’indagine di sé in relazione ad altro da sé e devono essere utilizzate come espressioni vitali, libere e indipendenti, antitetiche all’uso indiscriminato delle armi e della violenza come unica soluzione dei conflitti e delle differenze, resistendo all’assuefazione mediatica e collettiva e a questo modello distruttivo.
L’urgenza di interrogarci sui conflitti che stanno logorando la nostra idea di giustizia e armonia, bellezza ed equilibrio ci porta a formulare una proposta parallela al tema per il prossimo numero.
Ancora una volta è un invito a elaborare riflessioni e contributi creativi intorno alle urgenze del nostro presente.
Un appello al cessate il fuoco, per disarmare e riumanizzare, per ritrovare la capacità e la forza dell’ascolto e del confronto, ciascuno attraverso la propria sensibilità e il linguaggio che più gli appartiene.
La chiamata non ha scadenze e si propone come apertura permanente di tale spazio di riflessione.
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