Centro/Periferia

 

R-esistenze 2023, volume antologico cartaceo e rivista on line (www.resistenzemag.com), è un progetto promosso dalla Scuola di Didattica dell'arte dell'Accademia Albertina di belle arti di Torino, e  realizzato con il concorso di un team di docenti, studenti e collaboratori esterni. In queste pagine propone un focus di approfondimento sul tema Centro/Periferia, una dicotomia che dopo quelle affrontate nel 2021 (Menzogna/Libertà) e nel 2022 (Voce/Silenzio) intende esprimere  una visione d'insieme dei processi di accentramento e decentramento, attraverso la molteplicità dei linguaggi artistici e la riflessione teorica. Il tema è affrontato da una pluralità di approcci disciplinari: dall'estetica alla filosofia, dall'antropologia alla sociologia, dall'urbanistica all'architettura, dalla psicologia alla pedagogia, con un dialogo intergenerazionale (tra studenti, giovani artisti e curatori, docenti accademici e universitari, noti artisti, professionisti e studiosi), sempre accompagnato da opere visive realizzate da artisti emergenti, formati nel fecondo vivaio dell'Accademia Albertina, e da artisti affermati, molti dei quali docenti ed ex studenti delle Accademie. 

Centro/Periferia è un binomio di termini, opposti e complementari, che ha segnato la storia dell'arte, del pensiero e della società. Il confronto fra le trasformazioni della realtà, il divenire delle sue rappresentazioni artistiche e delle sue elaborazioni concettuali, ha prodotto una straordinaria molteplicità di spunti che oggi sono anche importanti strumenti di interpretazione del mondo contemporaneo, dominato da un aumento costante ed accelerato dell'impatto tecnologico e della complessità sistemica. Una formazione artistica e culturale non può a nostro parere prescindere da una sensibilità consapevole verso tale complessità, colma di risorse e di potenzialità innovative, ma anche portatrice di forti contraddizioni, pericolosi conflitti e inquietanti derive. 

Report dell'Onu ci dicono che ormai più della metà della popolazione terrestre vive nelle città (rispetto al 30 per cento del 1950), con una previsione che la percentuale possa aumentare fino ai due terzi entro il 2050, mentre le città diventano metropoli e le metropoli diventano megalopoli con diverse decine di milioni di abitanti. Aree naturali sempre più vaste sono vittime di desertificazioni, devastazioni o inondazioni a causa di cambiamenti climatici, inquinamenti industriali e indiscriminate speculazioni economiche. Molte popolazioni stanziali sono costrette o indotte a emigrare, mentre le residue popolazioni nomadi sono ormai ridotte a condizioni di vita insostenibili, all'isolamento xenofobo e talvolta a vere e proprie persecuzioni. 

Come si ricorda all'inizio di questo volume: “Le città, occupando meno del 2 per cento del territorio mondiale totale, producono l’80 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale e oltre il 70 per cento delle emissioni di carbonio.” A fronte dell'incremento esponenziale dell'urbanizzazione, che attira come un centro magnetico milioni di emigranti e di profughi, espulsi dalle loro terre a causa di conflitti e feroci dittature, catastrofi ambientali e climatiche, epidemie e povertà assoluta,  si crea un divario sempre più marcato tra una centralizzazione urbana, riservata ai ceti sociali più privilegiati, i cosiddetti “cittadini di serie A”, e i ceti più poveri, “cittadini di serie B e C”, non solo immigrati ma anche lavoratori precari, sfruttati, disoccupati e nullatenenti. Anche le fasce giovanili sono gravemente discriminate da un trend speculativo che porta alle stelle gli affitti nei centri urbani delle città universitarie, di fatto ostacolando o addirittura negando il diritto sacrosanto allo studio e alla mobilità degli studenti per la loro formazione, con l'assenza di un intervento di controllo e tutela da parte delle istituzioni locali e nazionali. Ci sono però anche delle tendenze molto interessanti, soprattutto in ambito giovanile, che sperimentano un decentramento delle scelte esistenziali, abitative e professionali, agevolate dalle nuove tecnologie che operano in remoto, proiettandosi verso un recupero del rapporto con la natura, un'esplorazione di socialità ed energie alternative e sostenibili, una rigenerazione di mestieri e luoghi abbandonati. 

Un movimento centripeto e centrifugo, un viaggio nella complessità, una ricerca del centro di se stessi per integrare la molteplicità disgregata delle periferie, oppure per cogliere il valore delle differenze, delle  frammentazioni periferiche e rizomatiche. Cercando un'identità aperta capace di superare il conflitto distruttivo o l'abulia depressiva, mediante un percorso di consapevolezza e di valorizzazione delle risorse, delle attitudini e delle relazioni. In questa prospettiva, Centro/Periferia è un tema identitario che unisce la dimensione individuale e la dimensione collettiva, la relazione con se stessi e con gli altri, coinvolge la nostra esperienza dello spazio e del tempo e rappresenta dunque, sul piano simbolico ma anche concreto, un processo fondamentale di orientamento, per dare senso (nella duplice accezione di significato e direzione) alla nostra presenza. 

 

(a.b.)