La pandemia del falso

di Germana Tappero Merlo

Nel dark web, la parte più oscura ma non così inaccessibile di internet, domina tutto ciò che è illecito e che porta a fare affari. Non è una novità: dai traffici di droga, armi, documenti, pedopornografia e attività finanziarie anche legate all’eversione e al terrorismo, tutto ciò che rende denaro trova nel dark web piazze infinite in cui, nel pressochè totale anonimato, la domanda e l’offerta di una folla di soggetti malavitosi e border line si incontrano. L’ultima occasione, manco a dirlo, è stata data a costoro dalla pandemia da Covid-19.

Alcune agenzie di polizia postali nazionali e di quelle di sicurezza internazionali, dall’FBI, Interpol ed Europol, avevano già previsto che quel mondo criminale avrebbe sfruttato l’emergenza sanitaria per creare occasioni di guadagno. Alcuni sparuti segnali vi erano già stati lo scorso anno, ma sono diventati una realtà accertata con un’indagine di una società di sicurezza informatica, la Check Point Software che, in questi ultimi mesi, ha scoperto, proprio nel dark web e quindi al di fuori dei circuiti legali, vendite di vaccini anti-Covid, passaporti vaccinali e test di negatività rigorosamente falsi, almeno questi ultimi, dai costi e conseguenti guadagni elevati.

I prezzi dei vaccini, di cui si sta accertando l’origine, per cui potrebbero anche essere autentici, variano in base all’affidabilità del marchio: se per Pfizer, AstraZeneca e Johnson&Johnson vanno dai 750 ai 1000 dollari, si può risparmiare con il russo Sputnik o il cinese SinoPharm, dai 500 e 600 dollari. Si ipotizza che i vaccini siano autentici, anche se la contraffazione di medicinali ha un giro di affari mondiale dalle decine di miliardi di dollari, anche perché viaggia in parallelo a quello delle droghe sintetiche.

Vaccini anti-Covid falsi, così come di altro materiale medico contraffatto, sono già stati oggetto, infatti, in questi mesi, di numerose indagini, anche intercontinentali, come quella condotta a metà marzo dall’Interpol su un network intercontinentale fra la Cina e il Sud Africa, per un traffico di poche migliaia di fiale. E’ una delle numerose operazioni contro un mercato che avvelena la parte più povera e malata del mondo, come gran parte dell’India e del sud est asiatico, ad esempio, ma soprattutto dell’Africa, carente di antibiotici, antidolorifici, cure per cancro e la malaria, ma anche banalissimi sciroppi antitosse per bambini, causando migliaia di vittime. Nella sola Africa sub-sahariana si registrano oltre 100mila vittime ogni anno soltanto per farmaci antimalaria contraffatti. E qui, il dark web, con i suoi meandri oscuri e criminali, c’entra poco.

Quello dei farmaci contraffatti è un mercato che avviene in chiaro, con smercio per le strade delle grandi metropoli africane e asiatiche, per citare le più note. Individuare i responsabili, tracciarne l’origine e i luoghi di produzione è sovente un’impresa impossibile: è stata accertata la provenienza di container dalla civilissima Svizzera, dal Brasile, dalla Francia, per citare i più recenti. Ma il traffico è decisamente più articolato e molte di quelle spedizioni, poi, vengono camuffate da aiuti umanitari. Un’ulteriore beffa alla sofferenza, a fronte di guadagni vertiginosi, avversati da un contrasto che poggia sulla collaborazione fra polizie internazionali, ma che trova ostacoli nella corruzione di pubblici ufficiali locali, anche solo di dogana dato che poi i falsi medicinali viaggiano indisturbati a piccole quantità da un paese all’altro del continente africano o dell’Asia centrale.

Un discorso diverso, ma pur sempre criminale e infame per le immaginabili conseguenze, riguarda la certificazione falsa sia di test di negatività al Covid che di passaporti vaccinali. Anche in questo caso i costi variano in base alla domanda e soprattutto l’urgenza: si parte da un minimo di 150 dollari per i test (con anche l’offerta beffarda di un 3×2) ai 200 dollari per i passaporti vaccinali. Tutti rigorosamente falsi ma fedeli agli originali, con tanto di nominativo (vero) di medico e data (realistica) di vaccinazione, e quelli statunitensi addirittura con il logo CDC, ossia dei Centri di controllo e prevenzione delle malattie. Un servizio aperto 24h, che è anche il tempo massimo per la consegna, una volta inviati dati anagrafici e denaro, se possibile in criptovaluta, Bitcoin fra tutte, per evitare il tracciamento del pagamento.

E’ stato accertato che, da gennaio 2021, gli annunci di questo tipo nel dark web sono praticamente triplicati, anche a causa dei ritardi nelle campagne vaccinali di molti paesi, soprattutto europei, a fronte delle urgenze per gli spostamenti sia per necessità lavorative ma anche vacanziere, di un numero crescente di soggetti non più in grado di tollerare impedimenti alla libera circolazione per via della pandemia.

Non consola pensare che i furbetti dall’indole criminale che ricorrono a queste scappatoie possano diventare ulteriormente vittime di frodi, di furti di identità o di dati per pagamenti con carte di credito o bonifici, perpetrati dagli stessi malavitosi che gli hanno procurato quei lasciapassare falsi. Il rischio maggiore è dato, infatti, dalla libera circolazione di soggetti probabilmente non immuni, ed è un’evenienza che allerta le autorità di polizia e sanitarie di molti paesi europei.

I responsabili dei falsi documenti Covid, anche in questo caso, sono di difficile individuazione: come tutto ciò che avviene in internet, dalle frodi ai più sofisticati attacchi cibernetici, la difficoltà maggiore risiede appunto nella tracciare l’origine e l’identità dei relativi autori. La stessa società Check Point Software ipotizza vi siano cibernauti criminali statunitensi, spagnoli, tedeschi, francesi e russi, ma l’elenco sembra destinato ad ampliarsi. Il contrasto, come già per altre azioni criminose, può avvenire attraverso hacker etici infiltrati nel dark web, con l’uso della crittografia a protezione dei dati e di codici QR con firma digitale, mentre per la verifica dell’autenticità dei passaporti vaccinali si dovrebbe ricorrere alla creazione di un repository di informazioni, quindi un archivio digitale, centralizzato ma accessibile alle autorità sanitarie e di polizia di tutti i Paesi. Misure fattibili ma solo con la volontà anche politica di una collaborazione globale e nel lungo, lunghissimo periodo. Nel frattempo, però, la pandemia imperversa e la contraffazione arricchisce i criminali, quelli veri, autentici, dentro e fuori dal web.

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1 commento

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