Schweigen – Silencio – Silence

Note sulla poesia visiva
di Eugen Gomringer

di Camilla Intini

Silenzio, ovvero Assenza?

Il poema di Eugen Gomringer, scritto nel 1954, è capace di dialogare con il contemporaneo attraverso l’utilizzo di una semplice, e al contempo estremamente potente, parola: Silenzio.

Insieme alle versioni in tedesco Schweigen e in inglese Silence, esso fa parte di una raccolta di poesie concrete il cui titolo Konstellationen prende ispirazione da un verso della poesia Un coup de Dés jamais n’abolira le hasard di Stephane Mallarmé (considerato dai più il padre della Poesia Visiva): “rien n’aura lieu/excepté/peut-être/une constellation”.
L’opera di Gomringer è dunque un esplicito richiamo al nuovo utilizzo dello spazio testuale inaugurato dal poeta francese alla fine dell’Ottocento, che si basa su un numero esiguo di parole appartenenti alle più diffuse lingue europee, articolate in una struttura spaziale e, di conseguenza, percepite in simultaneità.

La poesia è composta da un’unica parola ripetuta tre volte su cinque righe con l’eccezione della terza riga in cui, al posto del secondo “silencio”, c’è uno spazio vuoto grazie al quale l’opera assume il suo significato. È interessante notare come l’inchiostro nero comunichi il contenuto insito nello spazio lasciato in bianco, il quale senza l’aiuto della sua “cornice”, non potrebbe essere veicolato. Il concetto di Silenzio nasce quindi dalla scrittura dello stesso, che però non la rappresenta a pieno in quanto spazio non vuoto.

La vera forza della composizione è data non tanto dalla parola scritta, quanto dalla sua collocazione e dal suo rapporto visivo con lo spazio, ribaltando così le tradizionali modalità di lettura, in cui il testo va letto dal basso verso l’alto, da sinistra verso destra, e rendendolo fruibile a tutti istantaneamente data l’estrema semplicità del contenuto semantico.

Questo tipo di interpretazione richiede un impegno da parte del fruitore che non si limita a considerare ciò che è scritto, ma anche il modo in cui viene trasmesso. Ciò crea una tensione tra la struttura della composizione e il concetto che esprime, introducendo altre numerose chiavi di lettura: anche la parola “silencio” è strutturata intorno a una mancanza, e le parole non riempiono mai quello spazio…

Eugen Gomringer (1925), scrittore svizzero legato al movimento della Poesia Concreta. Nel 1953 ha fondato insieme a Dieter Roth e Marcel Wyss la rivista Spirale, nella quale ha teorizzato e proposto un modello visivo di poesia costruita sulla parola, da lui denominato “costellazione”, in cui l’estrema semplificazione del linguaggio corrisponde a un progetto di leggibilità immediata.

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