Ai tempi della fotografia senza luce

di Riccardo Pesce

La fotografia elaborata dall’Intelligenza Artificiale più che scatto è illustrazione, realizzata a partire da una “sceneggiatura” (prompt)

Per l’uomo, la rappresentazione artificiale del paesaggio è l’approccio più naturale e spontaneo alla comprensione del mondo. Il 1444 è un punto di svolta in tale confronto. Konrad Witz dipinge una versione della pesca miracolosa. Witz, scrive Gombrich, in The story of the Art, ritrae per primo, in pittura una veduta riconoscibile. Mostra il lago di Ginevra e il monte Salève. Il paesaggio, è al contempo un’interpretazione dell’artista, e una “lettura” topografica dello scenario naturale. Non uso a caso il termine lettura. Acquisirà rilevanza nella relazione tra rappresentazione naturale e artificiale. Canaletto e Guardi con la camera oscura riportano su tela il naturale, ma è solo nell’800 che la figura del pittore viene meno. Niépce e Daguerre, grazie a un processo chimico, fissano su lastra immagini interpretabili dall’occhio umano. La luce è il dispositivo per fermare le forme. Il digitale, in seguito, apre a nuove possibilità. Telecamere a circuito chiuso, foto satellitari eccetera. Sistemi che, come i loro predecessori analogici, utilizzano la luce per catturare elementi naturali. A smontare il concetto di fotografia nel 2021, è il rilascio di software capaci di generare immagini a partire da descrizioni testuali in linguaggio naturale. Una modalità per creare fotografie senza scatto. Software che, grazie all’apprendimento automatico dell’AI, “traducono” testi o concetti raffigurati in immagini, in istruzioni. Più che imitare la creatività umana, l’AI adatta modelli artificiali sulla base delle possibili risposte già presenti in rete. Questo ha permesso che fossero generate, in breve tempo, più fotografie AI rispetto a quante prodotte nei 200 anni della storia della fotografia. Così la fotografia AI ci pone davanti a interrogativi. Quest’immagine, per precisione e accuratezza, è indistinguibile da una fotografia tradizionale. Eppure, è frutto di una modalità che esclude l’impressione della luce. Sono percepite, da chi le osserva, come vere, sebbene siano totalmente artificiali. Non è una novità, da decenni conviviamo con gli effetti speciali dell’ entertainment. Eppure, se è accettato il fatto che l’immagine cinematografica sia un’esperienza di finzione, la fotografia gode di uno statuto tutto particolare. La consideriamo la testimonianza più naturale del passato. Un aspetto sancito dal codice civile e penale in quanto prova. Per definire la fotografia AI bisogna analizzarne l’aspetto procedurale. Più che scatto, è illustrazione. Realizzata a partire da una sceneggiatura, similare a quella adottata per i fumetti o i layout pubblicitari. A differenza della sceneggiatura cinematografica, che coglie il movimento, qui c’è l’unicità del gesto. Si tratta di una “scrittura tecnica” che fornisce, informazioni precise e misurate, rispondendo a regole. Unità di tempo, luogo. Informazioni sugli stati d’animo, sull’inquadratura, la focale e richiamando autori e opere come riferimenti. Il loro termine tecnico è prompt. Sono redatti in linguaggio naturale. Il prompt della nostra foto è: figura intera, foto stile realistico, alta qualità, ragazzina malinconica con i capelli bagnati, ha borse della spesa, indossa blue jeans e una giacca a vento, sullo sfondo città europea, piove e l’asfalto è bagnato. I prompt reinterpretano il testo in immagini. Rappresentano passaggi storici analoghi all’introduzione della scrittura o della fotografia. Rivoluzioni che da una parte garantiscono un progresso, ma testimoniano una perdita della sfera naturale. La scrittura, ci ricorda Platone, annulla la necessità d’imparare a memoria. Baudelaire afferma che la foto non necessita dell’immaginazione, rifugio dei pittori mancati. Stesse considerazioni, oggi, per il termine “photoshoppato” che indica in negativo una foto digitalmente alterata. Siamo in un momento di transizione e forse, in futuro, l’occhio si abituerà a distinguere le fotografie prodotte dell’AI, scacciando ogni preoccupazione. Dobbiamo, pazientare ché ancora una volta l’artificiale ci venga naturale.

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