Ascoltare i [ ] silenzi dell’arte

di Sara Liuzzi

“Cosa sappiamo del silenzio? Quanti tipi di silenzio conosciamo?”2

Queste sono solo alcune delle domande che, in maniera diretta e indiretta, pongo al lettore e che introducono il mio saggio Il Silenzio. Nei linguaggi installativi, performativi e multimediali (Gangemi Editore, 2019).

Avviare e sviluppare un tema così vasto e complesso come il silenzio è impresa abbastanza ardua. 

Il tema del silenzio è stato, ovviamente, oggetto di tanti studi e ricerche, teorie umanistiche e scientifiche, in diverse discipline e scuole di pensiero – dall’arte alla musica, dalla filosofia alla linguistica, dalla letteratura alla scienza, dalla religione alla poesia e così via – e in tutti questi linguaggi il silenzio assume infinite sfumature, punti di vista, interpretazioni, percezioni emozionali che, inevitabilmente, differiscono tra di loro. Il silenzio non è da intendersi come un semplice “vuoto”, tanto meno come condizione ambientale definita dall’assenza di perturbazioni sonore, e infine non è mai un mero tacere, ma, al contrario, serba in sé un proprio codice genetico, che va osservato, vissuto e interpretato. 

“Come affermava Socrate, l’etimologia è sempre la più vicina alla vera natura della parola. Da dove viene dunque il silentium dei latini? Una interpretazione di Sesto Pompeo Festo allude alla s prolungata con cui si chiede di tacere; altri accennano al si-nomi o si-nami che evoca il sanscrito legare. Cosa legherebbe o collegherebbe dunque il silenzio? Molte potrebbero essere le risposte”.3

Tra le molte risposte possiamo collegare il silenzio all’arte, pur affermando che è alquanto utopistico ed effimero focalizzarsi sulle differenti e numerose declinazioni del ‘silenzio’, a eccezione di alcuni singoli fenomeni che, come in questo caso, hanno suscitato in me un particolare interesse.  

La ricerca svolta qualche anno fa mi ha condotto ad analizzare alcune tra le diverse e articolate declinazioni del tema, ovvero trattasi di un percorso emozionale, dove, in ogni capitolo, mi sono soffermata su un particolare ‘silenzio’ in relazione a uno o più artisti contemporanei, proponendo un costante dialogo tra silenzio e arte. 

A conferma di ciò, posso affermare che ci sono artisti che durante la loro carriera artistica si sono occupati prevalentemente del silenzio e artisti, invece, che attraverso le loro opere hanno trasmesso il Silenzio: da Giotto a Michelangelo Buonarroti, da Jean-Baptiste-Siméon Chardin ad Adolfo Wildt, da Giorgio Morandi a Giorgio de Chirico, da Marc Rothko a Ettore Spalletti, da Yves Klein a Simon Heijdens, da Bill Viola a Chiharu Shiota, per citare qualche esempio; senza tralasciare i numerosi artisti che, con il mezzo della luce, hanno ricreato silenti atmosfere fortemente suggestive e immersive, come Dan Flavin, James Turrell e molti altri.4

Il silenzio si declina in vari linguaggi artistici e nel mio saggio ho cadenzato binomi che, sincronicamente, scandiscono la voce del silenzio, come cantava Mina: Il silenzio di un amore infinito/Marina Abramović; Il silenzio del suono bianco/Vincenzo Agnetti; Il silenzio come identità/Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Elmgreen & Dragset, Vettor Pisani, Claudio Parmiggiani; Il silenzio non esiste/John Cage; Il silenzio dell’assenza/Sophie Calle; Il silenzio della trascendenza/Giulio De Mitri; La struttura metrica del silenzio/Giuseppe Chiari, Arrigo Lora-Totino, Eugenio Miccini, Filippo Tommaso Marinetti; Il silenzio sacrale/Giuliano Mauri; Abitare il silenzio/Massimo Uberti; Il silenzio della memoria/Alberto Burri, Studio Azzurro.

Giulio De Mitri, I silenzi, 2009. Fotografia, smalto, plexiglas, corpo illuminante, multistrato di betulla. Courtesy Giulio De Mitri

Rimarcando l’importante sinergia che intercorre tra l’ascolto e il registro linguistico a più voci, posso affermare che ogni potenziale lettore, con la propria storia, può fondersi con il Silenzio e, perché no, ricevere anche delle risposte.

“Saper ascoltare – come afferma il noto compositore Luigi Nono – Anche il silenzio. Molto difficile ascoltare nel silenzio gli altri l’altro. Altri pensieri altri segnali altre sonorità altre parole altri linguaggi”.5


1 La parentesi quadra e vuota sta a indicare una quantità numerica infinita dei vari tipi di silenzio.

2 S. Liuzzi, Il Silenzio. Nei linguaggi installativi, performativi e multimediali, Gangemi Editore, 2019, pag. 9.

3 F. Loi, Il silenzio, Mimesis. Accademia del Silenzio, 2012, pag. 8.

4 S. Liuzzi, op.cit., pag. 10.

5 L. Nono, ‎A. I. De Benedictis, ‎V. Rizzardi, Scritti e colloqui – Volume 1, Ricordi Editore, 2001, pag. 395

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