La resistenza delle donne e delle piante

Testo di Martina Bovo
Progetto Fotografico di Chiara Agostinetto

Il progetto Demetra nasce come fotoracconto dall’associazione di due mondi, quello umano e quello vegetale, accomunati da un aspetto sensibile e di reazione alle avversità. Le immagini che qui presentiamo sono un estratto di un lavoro più ampio, realizzato nell’ambito dell’Accademia Albertina nel 2021.
Il testo di partenza del progetto è il libro Plant Revolution di Stefano Mancuso, un’analisi del mondo vegetale che ne rivela i suoi aspetti più sorprendenti e ingegnosi. In questo testo sono presenti molti esempi di come alcune specie di piante reagiscono e si difendono da elementi esterni come animali, esseri umani e altre piante, anche essendo più deboli e indifese sono riuscite nel tempo a trovare metodi e stratagemmi per vivere. Questo vivere oltre che sopravvivere è ciò che si cerca, nella vita, nelle relazioni, è un diritto di ognuno, ma nella realtà non è così. In Italia, secondo i dati dell’ultima indagine realizzata dall’Istat, ricavati attraverso circa 25.000 interviste a donne tra i 16 e i 79 anni, la violenza colpisce 1 donna su 3 (31,5%, 6 milioni 788mila donne). Il 21% delle donne intervistate ha subito violenze sessuali e il 20,2% violenze fisiche. Attraverso queste immagini, che propongono un parallelismo tra le violenze alla donna e le sofferenze dei vegetali, è stata analizzata e narrata una storia di resistenza e di forza di alcune piante e la storia di una donna vittima di violenza domestica. Avendo come punto di riferimento la pianta e le sue capacità di adattamento, essa diventa simbolo e metafora delle esperienze di violenza subite da molte donne, alle quali in alcuni casi sono riuscite a sopravvivere, elaborando la sofferenza e conquistando una vita libera e dignitosa. Forza, sensibilità, resistenza e determinazione sono le caratteristiche comuni ai due soggetti. La scelta del bianco e nero è stata importante per mettere in evidenza i soggetti, lasciando che essi parlino semplicemente attraverso le loro forme, senza l’annessione del colore, un modo anche per rendere la storia più simbolica, onirica e introspettiva. Inoltre il bianco e nero esalta l’intensità drammatica ed espressiva di ogni scena del fotoracconto. La metafora vegetale aiuta a decifrare il dolore di molte donne nell’affrontare queste situazioni completamente sole.

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