Il silenzioso regno degli odori

di Francesca Casale

Patrick Süskind, con la sua più importante opera Il profumo, porta alla memoria un illustre figura, Jean-Baptiste Grenouille. Nato nella Francia del XVIII secolo, nel quartiere più povero e maleodorante di Parigi, Grenouille è dotato di un olfatto sovrumano ed era considerato tra le figure più geniali e scellerate del tempo.
Di seguito, una breve descrizione, estrapolata dall’opera, che ci porta alla memoria gli odori di quell’epoca.

Zehra Doğan,
An angel descends on Babel, 2021. Mixed media painting.
Materiali: sangue mestruale, caffè, penna a sfera su tessuto.

«[…] nella città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni.
Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non areate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell’umido dei piumini e dell’odore pungente e dolciastro di vasi da notte.
La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c’era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. […]»

L’odore pronuncia potenti scatti che la nostra mente ingloba attraverso ricordi olfattivi. È in grado di descrivere luoghi, ancorarci al ricordo di persone o anche illustrare culture di certi popoli se pensiamo, ad esempio, al cibo fortemente speziato delle culture orientali. Qui, in modo eccellente, l’autore riesce a portarci indietro nel tempo descrivendoci una società e come questa fosse dominata da un puzzo generale.
Il tema dell’odore è un tema sempre più presente al giorno d’oggi e diversi studi hanno dimostrato come possiamo esserne influenzati inconsciamente. Se pensiamo ad esempio alle strategie di vendita, viene spesso adoperato all’interno di negozi come leva di marketing. Sentire infatti un leggero profumo di gelsomino o di lavanda modifica il nostro umore e ci permette di essere più propensi all’acquisto. All’interno delle panetterie viene addirittura utilizzato per potenziarne l’odore del pane appena sfornato.
Questo avviene proprio perché gli odori sono elementi decisamente più convincenti delle parole, sono silenziosi ma inconfondibili.
Sono in grado di realizzare dentro la nostra mente vere e proprie immagini, di ciò che custodiamo più segretamente e tutto dipende dalla cultura, dalle esperienze di ciascuno di noi. Il sistema olfattivo rimane il più enigmatico dei sensi. È collegato in modo diretto a parti del cervello che governano le nostre emozioni.
Ecco, dunque che saper domare gli odori vuol dire saper guidare ed influenzare il prossimo, conducendo i consumatori ad imboccare certe scelte piuttosto che altre.
Creando nuovi odori e nuovi aromi si può cambiare una società orientandola a nuove forme di consumo. La mente preferisce odori buoni a quelli sgradevoli, così come siamo predisposti alla scelta del bello estetico.
Un odore, quindi, potrebbe diventare un tratto inconscio ma soprattutto distintivo a supporto di un approccio artistico in grado di creare ancoraggi olfattivi legati ad un’opera, evocandola e, perché no, esaltandola.

Eric Pasino, OH NO. Saturno strappato, 2022. Acrilico su tavola.

Immagine in evidenza: Shengjie Han, Solitudine, 2022. Olio su tela.

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