KOTEKINO RIFF //Esercizi di rianimazione reloaded

Breve estratto del testo teatrale

di Andrea Cosentino

L’INTELLETTUALE

Va bene, adesso però forse è il caso di riassumere la trama. La storia, c’è, evidentemente, magari un po’ confusa, all’inizio c’è questa festa, allegria, trambusto, dove ci sono quest’uomo e questa donna che si innamorano, Alfredo e Violetta… Cioè si innamora prima l’uomo, poi lei di rincalzo. Funzionano così le donne: tu maschio ti innamori e loro di conseguenza, cioè sono un po’ passive da un punto di vista sentimentale… Tu le dici ti amo, e allora anch’io. Insomma è un po’ un saltare sul carro del vincitore diciamo, ora non è per parlar male delle donne ecco, non vorrei essere frainteso, vedo anche qui tra voi ci sono delle donne, insomma quindi vuol dire che non abbiamo pregiudizi, ne abbiamo fatti di passi avanti, in fatto di pensiero gender fluido lgbt…
La trama dicevo, che prima non ho concluso che mi sono fatto prendere da considerazioni politiche, loro si innamorano, però lei Violetta è una prostituta, per cui la famiglia osteggia… La famiglia di lui naturalmente, la famiglia della prostituta non osteggia, sono evidentemente famiglie permissive, e poi vedi le conseguenze…
Ma insomma non perdiamoci in considerazioni sociologiche. Il padre di lui va da lei e le offre dei soldi per lasciare il figlio, in quanto prostituta la pensa sensibile all’argomento. Lei però colpo di scena rifiuta, dice io lo amo davvero tuo figlio Alfredo, non ho con lui relazioni di natura professionale diciamo… Però lui non demorde, dice che comunque la tacca della prostituzione rimane, e gli intacca la reputazione del figlio… E faccio notare che tacca osteggia e demorde sono i motivi per cui mi piace molto raccontare questa storia, mi piace dire tacca osteggia e demorde, perché sono termini che rientrano nel mio vocabolario linguistico, che ho fatto il liceo classico, però nella vita non capitano molte occasioni di sfoggiarlo, non è che al bar dici: un caffè per favore, se me lo intacca con del latte io non la osteggio, ancora latte non demorda…
Ma scusate mi sto dilungando in considerazioni onomastiche. Allora lei si lascia convincere, per amore di lui non per soldi dunque, lo lascia con una lettera, gli scrive non ti amo più, per non dovergli dire ti lascio perchè ti amo, che poi lui potrebbe ribattere il discorso non fila, e lì giù a dovergli spiegare il discorso delle tacche dell’osteggiare e il non demordere, sarebbe impegnativo, e l’uomo è sempliciotto, per non dire male solo delle donne… Allora gli scrive non ti amo, tanto che lui la raggiunge a un’altra festa, confusione, e quella c’è sempre, si arrabbia e le getta addosso dei soldi con disprezzo, come dire sei prostituta dentro ancora, vagli a spiegare delle tacche… Insomma molto drammatica come scena, poi in sovrappiù c’è pure la tubercolosi, che intacca lei, finché ecco lui viene a sapere non si sa come, ma viene a sapere che lei lo ama ancora, e lo ama talmente da preoccuparsi delle sue tacche, tanto che lui esclama enfaticamente me ne frego delle tacche, e maledizione a chi ha osteggiato senza demordere, e corre da lei… Ma troppo tardi, e intanto dappertutto si festeggia il carnevale gioia lazzi un bel contrasto, ma non troppo, diciamo lei non è completamente morta ancora, tardi a sufficienza quel tanto che lui arriva e lei gli muore in braccio, però cantando, e questo davvero ci interessa, direi che è proprio il fulcro tematico e poetico di quest’opera, che mentre muori canti, e mentre canti comunque muori…
E a questo punto facciamo entrare la soprano Irina Popovskaya che ci canterà questa struggente aria finale…
Non è arrivata la Popovskaya?…
Scusate, ma questo è il convegno sulle arie d’opera verdiane? No? Ah, scusate allora, come se non avessi detto niente…

LO SCIANTOSO

Sono venuto qui con ottimismo sfoggiando orgogliosamente il mio colbacco da cosacco in occasione di questo Ted talk sulla cacca secca di pipistrello come risorsa ecocompatibile in alternativa allo sfruttamento del carbonfossile… Questo è il convegno sulla cacca secca di pipistrello come risorsa ecocompatibile in alternativa allo sfruttamento del carbonfossile? No? Vabbè tanto non è che mi interessasse davvero l’argomento cacca secca di pipistrello, era più che altro una scusa per socializzare sfoggiando il mio colbacco da cosacco. E invece qui di cosa si tratta? Che tipo di evento socio-culturale sarebbe?…
Non l’avete capito neanche voi?…
Vabbè, comunque socializzare ho socializzato e il mio colbacco da cosacco l’ho sfoggiato…

LA CASALINGA

Buonasera, io sono una persona semplice, però siccome volevo fare un discorso in pubblico mi sono un po’ acchittata, noi persone semplici ci teniamo a presentarci bene nelle situazioni di prestigio. Ci acchittiamo. Comunque, siccome sono venuta qui a teatro attirata dal tema dello spettacolo che però finora mi sembra sia stato trattato in modo confuso se non addirittura reticente, allora ho deciso di fare un intervento estemporaneo per colmare la lacuna, che magari anche voi siete venuti qui attirati dal titolo e ancora non se ne parla in modo esaustivo.
Il cotechino, dunque. Che apparentemente è un argomento semplice. Tutti crediamo di sapere tutto sul cotechino, che è questa cosa fatta più o meno così, ma anche più grande, ma però anche piccola, dipende, magari ci sono anche grandissimi cotechini, ne esistono, però non è detto che più grande è meglio è… Eh, che poi voi ridacchiate, tutto quest’umorismo semplice di doppi sensi, non si può fare un discorso serio colle persone semplici, sempre a cercare il doppio senso… Che poi sono anche discorsi pericolosi questi delle grandezze, che magari qui tutti a ridere, ma poi nel segreto per qualcuno anche avvilenti, che poi sicuro quello che ride più forte è quello che ci ha il problema, è chiaro no? Per dire che alla fin fine anche se sono una persona semplice un po’ di psicologia elementare la conosco. Comunque mi sono prevenuta e il titolo del mio intervento sarà IL COTECHINO A PRESCINDERE DALLE DIMENSIONI, così la smettete con questa ilarità francamente umiliante per tutti, e avvilente per qualcuno…
Anche perché dietro invece al cotechino ci sono discorsi importanti, temi etici. Per dire quando ti mangi un cotechino ti possono dire: ma lo sai che stai a fare? Sto a mangià il cotechino. Si ma le implicazioni? Stai uccidendo un essere vivente.
Dobbiamo un attimo ragionare. Già la formulazione è tendenziosa, ti dicono essere vivente fa impressione, già se uno entra nello specifico, stai a uccidere un maiale, vabbè è un maiale, non dico se lo merita ma insomma. Cioè secondo questa corrente di pensiero dovresti visualizzare, mentre mangi il cotechino dovresti visualizzarti che stai a uccidere un maiale. Come fai? Immagini tu che mozzichi un maiale?
Allora proviamo a ragionare con un ragionamento semplice ma veritiero: quanta gente ci mangia con un cotechino? A dir poco una decina. Quanti cotechini ci escono con un maiale? A dir poco una cinquantina, pure di più, ma diciamo una cinquantina per comodità matematica. Allora se vuoi essere serio devi visualizzarti tu con altri 499 che stanno a uccidere il singolo maiale. Come fai a visualizzare? Tu dove ti visualizzi? Tutti affollati in 500 magari, compresa tua suocera che fai non la inviti a capodanno? Magari tu ti trovi uno spazietto, gli mozzichi il culo. Gli mozzichi il culo a un maiale mica l’ammazzi, quello si volta: ma che stai a fare, ridicolo? Mi stai a mozzica’ na chiappa? Che poi alla fine uno senza chiappa mica muore, al massimo come conseguenza vai al bagno ti siedi sulla tavoletta e scivoli… Oh mannaggia, mi hanno tolto una chiappa, vabbè mi riposiziono sull’altra…
Questo per dire che non è che mangi un cotechino e stai ad ammazzare un maiale, siamo in 500 che ammazziamo semmai il singolo maiale. Quindi chi è stato? Di chi è la colpa? Magari tua suocera sicuro alla gola attaccata alla giugulare… Chi si assume di questi 500 la responsabilità morale?
Capisco se ti mangi una quaglia: l’hai uccisa tu, non c’è dubbio… Ma già il pollo, diciamo siamo in quattro… Che poi infatti a chiedere vuoi il petto o la coscia? Assolutamente la coscia, non ti assumi la responsabilità, mentre il petto capito? Ma invece senza coscia un pollo sopravvive. Uno chiede ma è ruspante? Eh insomma no, ruspare non ruspa più, diciamo ruspò, al passato remoto, ora allevamento a terra, ma campare campa, magari di ricordi: ah quando ruspavo… Se ti mangi una impepata di cozze stai a fare una strage non dico degli innocenti, perchè le cozze poi secondo me ci hanno le loro magagne, ma insomma… Invece un maiale c’è condivisione, per dire che approfondendo questo discorso una scelta pressoché vegetariana ma senza eccessivi fanatismi potrebbe essere quella di nutrirsi a livello di proteine esclusivamente di balene e capodogli per esempio… Ne ammazzi uno per nutrirne cinquemila…
E poi qui ci sarebbe anche tutto il discorso politico della massa e potere, la deresponsabilizzazione della folla, l’anonimato, che porta a cose anche d’attualità politica diciamo, gli hacker gli hater la rete… Che poi è la stessa logica di quelle cose orribili tipo adunate naziste, tutti assieme nell’anonimato a mano tesa a urlare heil Hitler, la folla si contagia… O ancora prima quelli: chi vuoi salvare Gesù o Barabba? E tutti assieme nell’anonimato: Barabba, Barabba.
Per dire che se adesso a voi in quanto diciamo folla amorfa – perché visti dal palco siete una folla amorfa sappiatelo, oddio magari folla è eccessivo ma amorfi sicuro – vi chiedo che volete mangiare dopo lo spettacolo? Sono sicura che in coro tutti: COTECHINO COTECHINO. Magari invece se lo chiedo a un singolo mi dice: no no, che cotechino, a me basta una fettina di tofu… Come pure lì, sicuro che lo chiedevi a un singolo Ezechiele per dire, chi vuoi salvare? Sicuro ti diceva Gesù, che è una brava persona, lo salvo, pure un investimento per il futuro, conoscenze altolocate. Invece tutti assieme nell’anonimato: Barabba Barabba… Ma sono sicura a chiunque lo chiedevi, Elia oppure Zaccaria chiunque di quelli, Gianmaria, Mariapia che ne so… E’ chiaro che una persona semplice quale vi ricordo io sono non potete pretendere che la mastica questa onomastica ebraica dell’avanti all’incirca dopo Cristo…
Che poi qui si aprirebbe tutto un altro discorso, che a scuola fin dalle elementari la storia te la dividono tra avanti Cristo e dopo Cristo, tutta la storia umana proprio, dal pitecantropo a Salvini, per dire anche la continuità… Avanti Cristo e dopo Cristo… Per cui rimane questo buco storiografico di questi trenta-trentatre anni del durante Cristo che nessuno sa davvero cosa è successo… Tutto quello che ci fanno sapere di quell’epoca storica è tipo: che è successo nel 27 durante Cristo? Ha moltiplicato pani… E nel 28? I pesci. E il 32? Ha camminato sulle acque… Ho capito, ma magari è successo anche qualcosa di più importante, che ne so battaglie conferenze concili, e quindi chissà che cosa ci vogliono nascondere sotto a queste favolette del durante Cristo…
Ma insomma sono argomenti anche rilevanti ma che direi esulano dal mio intervento dal titolo, giova ricordarlo, IL COTECHINO A PRESCINDERE DALLE DIMENSIONI, che magari ci siamo pure divertiti poco, ma almeno siamo certi che nessuno torna a casa avvilito…

Kotekino Riff, fotografia di Roberto Pavani.

Credits dello spettacolo
Kotekino Riff – Esercizi di rianimazione reloaded

di e con Andrea Cosentino
musiche in scena Michele Giunta o di un musicista ospite
supervisore dinamico Andrea Virgilio Franceschi
assistente Dina Giuseppetti
produzione ALDES
in collaborazione con CapoTrave/Kilowatt 2017
con il sostegno di MIBAC – Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo,
REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo

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